Non serve saper parlare per dire ciò che si prova: io dico tutto con i miei occhietti tondi, col mio sorriso e con qualche verso. Il mio papà mi ascolta a lungo, quando sono sveglio e dopo che ho mangiato. Lui sa che in questi giorni sto bene e che sono felice.
Stamattina presto papà mi ha fatto giocare all'aereo sul letto: mi ha sollevato in aria più volte tenendomi per i fianchi e mi ha fatto atterrare sulla sua pancia. Ci siamo divertiti tanto e poi ci siamo addormentati insieme. Abbiamo chiuso gli occhi e abbiamo dormito per un'altra mezz'ora. Insieme...
Ieri ho sentito mio fratello chiedere a mio padre: "Papà, noi staremo sempre insieme, vero?". E lui lo ha rassicurato: "Certo, cosa ti fa pensare il contrario?". Però nella sua voce ho avvertito qualcosa di simile alla debolezza, un calo del tono, una perplessità e una tristezza di fondo. Sono sensazioni, le mie, che non so dire ma che in ogni caso avverto.
Per me l'eternità è adesso. E' qui, fra le pieghe del letto. Fra le braccia di papà, nelle pause fra un sonno e l'altro. Nei miei sorrisi.
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