venerdì 31 dicembre 2010

La mia nascita

Eccomi qui!
"Finalmente", direte voi. Ma io me ne stavo tanto bene al calduccio nella pancia di mamma, che ci sarei restato volentieri ancora per un bel po'.

Comunque, è andata così la mia nascita: il dottore mi ha tirato fuori alle 8,42 del 23 dicembre. Un'ostetrica mi ha misurato immediatamente: 52 centimetri di lunghezza e 3,590 chili di peso. Ho aperto subito gli occhi e appena sono nato ho urlato a tutti che volevo essere lasciato in pace. Ma il pediatra ha ignorato le mie proteste e ha voluto visitarmi e sottopormi al test di Apgar, dove ho riportato un dignitoso 8 e poi un bel 10: una bella pagella, non c'è che dire, già a pochi minuti dal mio ingresso nel mondo!
Ho pianto per tutto il tempo durante queste prove, poi però mi sono calmato, appena mi hanno fatto il bagnetto: di nuovo un liquido caldo, tanto simile all'ambiente dove mi trovavo poco prima. Dopo mi hanno vestito con il completino che mamma aveva messo in una busta con su scritto "Primo giorno".
Papà mi ha osservato per tutta la durata di queste operazioni e mi ha scattato delle foto. Infine, prima di mettermi in una culla sotto una lampada termica, l'ostetrica mi ha portato dai miei genitori che mi hanno salutato con un bacio.

Ho trascorso l'intera mattinata nel lettino della nursery, a dormire immerso in un tepore artificiale. Tante persone che non conoscevo, parenti e amici di mamma e papà, sono venute a osservarmi attraverso una vetrata. Fra loro c'era anche il mio fratellino, che è entrato nella mia stanza assieme a papà ignorando il divieto di ingresso in quella camera 'asettica', dove tanto non c'erano altri neonati a parte me. Mi ha regalato un pupazzetto di peluche e mi ha osservato a lungo con grande attenzione. Poi ha detto che voleva portarmi con sé a casa. Che abbia pensato che io sia un bambolotto giocattolo?!

Il pomeriggio invece mi hanno portato nella stanza di mamma, mi hanno disteso al suo fianco e ho subito cercato il suo seno. Mentre ciucciavo mi guardavo intorno con gli occhi, attratto dalle luci e dalle ombre in movimento che mi giravano attorno, meravigliato come un astronomo che scopre una nuova galassia.
Dopo un poco mi sono addormentato accanto a mamma e anche lei si è rilassata come non faceva da tanto tempo. 

lunedì 20 dicembre 2010

Un regalo per me

Ieri il mio fratellino è andato con papà a comprarmi un regalo per quando nascerò. Lo ha fatto incartare per bene dalla commessa e poi ha immaginato che non sarei stato capace a scartarlo. Ha promesso che lo farà lui per me e ha accettato di non tagliare l'etichetta del giocattolo, come in precedenza aveva detto di voler fare, perché vuole che questa scelta sia mia.

Monitoraggio (2)

Tutto pronto: stamattina abbiamo preso le valige e siamo andati a Roma, per stare a casa dei nonni prima che mamma partorisca. La scorsa settimana papà ha lavato la culla dove dormirò e mamma l'ha coperta con un lenzuolo per non farla impolverare. 
Oggi mamma ha fatto anche il terzo monitoraggio, a cui ha assistito papà, che ha detto che il rumore del mio battito cardiaco assomiglia a una corsa di cavalli al galoppo.
Non mi sono mosso molto, come ho fatto l'altra volta, e la frequenza delle mie pulsazioni è regolare, attorno ai 150 battiti al minuto. Martedì prossimo l'ultimo monitoraggio prima della mia nascita. 

giovedì 16 dicembre 2010

Monitoraggio

Ieri mamma ha fatto il secondo monitoraggio. La dottoressa ha cercato per un ora e mezzo di metterle le fasce per la misurazione del mio battito cardiaco: un impresa difficile perché mi spostavo in continuazione. "Questo ragazzino non sta fermo un attimo", ha detto facendo sorridere mamma. Ma lei mi ha difeso prendendosi la colpa della mia irrequietezza e dicendole che essa dipendeva dal fatto che aveva molta tosse e che questo mi infastidiva facendomi spesso cambiare posizione.
Alla fine della visita, il responso: a due settimane dalla conclusione del periodo gestazionale, è diminuito un poco il liquido amniotico, sono lungo presumibilmente 48 centimetri e peso già 3 chili e 800 grammi. Mamma mi ha chiamato "il ciccione" quando lo ha raccontato a papà.

giovedì 9 dicembre 2010

Chissà che faccia avrà

"Chissà che faccia avrà", ha detto mamma a papà. E lui ha azzardato un'ipotesi, secondo la quale dovrei assomigliare a mio fratello, ritratto in una foto appesa al muro e in cui è visibilmente arrabbiato. Si tratta di uno scatto che fa parte di una sequenza di immagini risalenti a quando il mio fratellino aveva appena un mese e che lo ritraggono mentre passa, nel giro di alcuni secondi, dal sorriso a uno sguardo fra il pensoso e il preoccupato e, successivamente, al pianto e all'urlo più rabbioso. Papà fece queste foto durante una passeggiata con lui in pineta e si capisce bene come il suo intento non fosse quello di catturare un lato aggressivo del carattere di mio fratello, ma il forte temperamento così fuori luogo in quel corpicino di nemmeno sessanta centimetri disteso nella carrozzina. 
Un temperamento che ora papà ritrova in me, in certi momenti, quando scalcio con forza contro il corpo di mamma e quando rispondo con i miei movimenti alle loro carezze, come se volessi spostare la mano che mi tocca. Ecco perché papà dice scherzosamente che la mia è una faccia arrabbiata e lo afferma anche con un pizzico di orgoglio: intende dire che ho un carattere forte e reattivo e questo è un bene secondo i miei genitori.

lunedì 6 dicembre 2010

Quanti nomi...

Quanti nomi da darmi sono venuti in mente a mamma e papà: Alessio, Alessandro, Andrea, Stefano, Michele, Francesco...
Ma i più belli, spensierati e fantasiosi li ha detti mio fratello: Pinocchio, Garfield, Peter Pan, Topolino, Pippo, ma anche Simba, Ariel, Aurora e Buzz.

"Sta uscendo, sta uscendo!"

Mio fratello ha nascosto Po, il suo peluche preferito, sotto la maglietta del pigiama. Poi ha chiamato papà e gli ha annunciato: "Sta uscendo, sta uscendo!". Papà è arrivato di corsa e lui ha sollevato un poco la maglietta facendogli intravedere soltanto la testa del pupazzo.
Il mio fratellino gioca e fa finta di essere la mamma, che invece aspetta me. 
Spero che con creda che io abbia la faccia di un Teletubbies. Però lui ai Teletubbies vuole bene e sono contento che abbia scelto Po per dire a papà che anche lui mi sta aspettando.

venerdì 3 dicembre 2010

Perché è il silenzio la cosa più sconvolgente che esista?

Fra i tre chili e i tre chili e cento: è questa l'ultima stima del mio peso effettuata a fine novembre e la previsione è che dovrei nascere  di quasi quattro chili. Il ginecologo mi ha trovato di nuovo in posizione cefalica, così come si vedeva anche nella terzultima ecografia. Nella penultima invece la presentazione era podalica: vuol dire che negli ultimi tre mesi ho compiuto un giro di 360 gradi e...scusa mamma per tutti i doloretti che questi miei spostamenti ti hanno causato.
Da ora però ti assicuro che non farò più capriole: non ho molto spazio ormai per farne. Resterò in questa posizione fino alla mia nascita, ma comunque non sarò immobile. Mi farò sentire e spesso, come ho sempre fatto, soprattutto di notte. Anche perché lo so che, se non mi facessi sentire spesso, tu e papà comincereste a preoccuparvi.
Ma per quale motivo è proprio il silenzio la cosa più sconvolgente che esista?

Nascerò durante le feste di Natale (novembre 2010)

Nascerò durante le feste natalizie. Lo hanno stabilito mamma e papà assieme al dottore, che ha programmato un taglio cesareo. Spero di essere pronto quel giorno, una settimana prima della scadenza naturale della gestazione di mamma. Mancano quasi due mesi alla data. Nel frattempo, mi muovo molto dentro la pancia di mamma e riesco ancora a fare le capriole. Peso  circa 2 chili e ho ancora un po' di spazio per muovermi come voglio.
Mamma sente i miei colpi e vede i rilievi che si formano sul suo ventre quando mi sposto. Li fa osservare a papà e a mio fratello. Mi accarezza attraverso la sua pelle e pretende da loro le stesse carezze.
Mamma ha un modo deciso di accarezzarmi, come se sapesse alla perfezione cosa sta toccando in un certo momento e come se fosse consapevole di non farmi alcun male.
Le carezze di papà invece sono più leggere: ha paura di farmi male, di fare pressione su un organo che si sta formando o sulla mia testa così delicata. 

Questo legame così stretto (novembre 2010)

Ho sentito parlare di questo bambino che quando è nato ha avuto dei problemi di respirazione e che per questo rischia di riportare dei danni al cervello. Dopo la nascita è stato intubato, messo in uno stato di ipotermia, sedato con la morfina e alimentato con una cannula.
Sono cose che possono capitare: quando si taglia il cordone ombelicale dobbiamo cavarcela da soli. Eppure, non siamo soli fino in fondo: lo sai che, se si mette a piangere, la mamma di quel bambino viene fatta allontanare dalla sua culla nella sala di terapia intensiva? Il motivo è che se il figlio la sente piangere gli si abbassano tutti i valori vitali.
E' una cosa quasi da non credere, vero? Questo legame così stretto, questa compassione talmente forte! 
Mamma e figlio sono due individui, ma e come se si dividessero un cuore soltanto, che distribuisce gioia e sofferenza.

E' tutto pronto per quando nascerò (ottobre 2010)

Creme e cremine, tute e vestitini. Un letto nuovo per il mio fratellino, nella stanza accanto, per far posto a me nella camera di mamma e papà. 
Io non avrò bisogno di tante cose quando nascerò, ma la mamma ha questo modo di amarmi. Ha a cuore tanti particolari e non vuole che mi manchi nulla quando verrò al mondo.

Vacanze (settembre 2010)

Ci sono state queste brevi vacanze, qualche bagno a mare. 
Una volta il mio fratellino mi ha abbracciato. 
Sulla spiaggia la mamma era distesa sul lettino e lui le ha abbracciato e baciato la pancia.

giovedì 2 dicembre 2010

Amniocentesi 3 (luglio 2010)

Che cosa strana: ho l'impressione che i miei genitori incomincino a prendere coscienza di avere un figlio soltanto adesso, dopo che il risultato provvisorio dell'amniocentesi ha escluso alcune malattie genetiche. Ho notato che in questi giorni hanno iniziato a sbizzarrirsi con i nomi con cui chiamarmi, mentre fino a qualche giorno fa non ci pensavano minimamente. Mi sembra che adesso, soltanto adesso che ho superato l'esame, io abbia tutte le carte in regola per essere preso in considerazione. E' come se avessi acquisito un diritto di nascere, di esistere. Un nome e un cognome su una carta d'identità o, meglio, un passaporto per varcar la frontiera e con cui presentarmi il giorno in cui sarò nato.  

Amniocentesi 2 (luglio 2010)

L'ago è entrato nella pancia di mamma. Ha aspirato un po' di liquido amniotico che sarà analizzato. Io non ho sentito niente e non ho fatto caso a ciò che succedeva attorno a me. Poco prima, durante l'ecografia di controllo, papà mi ha visto per la prima volta dal monitor. Ha guardato il mio cranio, la mia schiena, le vertebre, la mia mano aperta, un piede. Ha ascoltato il mio cuore battere a una velocità doppia rispetto a quella di un adulto. Poi ho sentito che ha raccontato alla mamma di essersi emozionato di fronte a queste immagini. 

Amniocentesi 1 (luglio 2010)

E' iniziato il conto alla rovescia. Oggi la mamma ha preso la prima delle tre dosi di antibiotico per prepararsi (prepararmi) all'amniocentesi. Servono per minimizzare i rischi di aborto, secondo quanto dice il ginecologo. Rischio di aborto causato dall'amniocentesi oppure aborto deciso dai miei genitori qualora avessi una qualche malattia cromosomica. Che pensare, che dire? Tutto è già scritto, sia che le cose vadano in un modo e sia che vadano in un altro. Fanno bene i miei genitori a 'selezionarmi'? So soltanto che qui è in gioco la mia vita. D'altra parte io mi sento bene e mi parrebbe davvero strano morire in seguito a una decisione presa da altri, da mia madre e da mio padre. 

Carezze (luglio 2010)

Mamma vuole che le accarezzi la pancia. Vuole che, così facendo, accarezzi anche me. Vuole che tu lo faccia ogni sera prima di addormentarvi. E soprattutto stasera, dopo lo spavento che si è presa. Siamo stati tamponati mentre eravamo in macchina. Ma non c'è stato alcun danno, per fortuna. Così hanno detto al pronto soccorso...e poi...è strano averlo saputo in questa situazione, attraverso un'ecografia fatta per scongiurare eventuali conseguenze. Sono un maschio...un altro maschio, anzi: 'nu masculo', come avete scherzosamente gridato tu e mio fratello all'ospedale, non appena il dottore ve lo ha detto. Mi sono fatto anch'io, insieme a voi, una bella risata. 'Nu masculo', 'nu masculo', continuavate a ripetere, urlando e saltando più per scherzo che per la gioia di sapere che sarebbe nato un altro maschio. E, soprattutto, più per il sollievo di aver appreso che dall'incidente eravamo usciti illesi. 

Ecografia (giugno 2010)


Il ginecologo dice che mi muovo molto e che non sto un attimo fermo mentre mi fa l'ecografia. Vorrei sapere chi starebbe immobile con quella sonda che preme e mi costringe a spostarmi in continuazione. Vuol farmi cambiare posizione in modo da vedere ciò che gli interessa e capire se tutto rientra nei parametri. Pensa che poco fa dormivo beatamente. Poi siete arrivati voi a svegliarmi ed eccomi qua...nudo. Certo che però siete un po' indiscreti. Potevate avvisare almeno, fare una telefonata, così non vi avrei fatto aspettare.
Comunque, non preoccuparti per me, papà. Me la passo bene qui, al calduccio nella pancia di mamma. Mangio e sto crescendo. Vedrai tutto sarà a posto. Te lo ha detto il dottore, no? Tutto procede come deve. Non ti ha parlato ancora del sesso? Beh, è ovvio: a tre mesi non si vede ancora. Non è che pensi che io sia una femmina, come la volta scorsa con mio fratello? Lo so che per te sarà la stessa cosa. Ma pazienta ancora un mese prima di sbizzarrirti con i nomi.