lunedì 31 ottobre 2011

Esplorando gattonando

Ora che ho imparato a farlo, me ne vado in giro per la casa - la casa che è il mondo - gattonando sulle mie quattro zampe. Apro cassetti di comò e tiro fuori tutto ciò che c'è dentro: bavaglini, magliette, calzini e pantaloni. Come un gatto equilibrista, mi arrampico sulle gambe delle sedie e cado all'indietro, a volte facendomi male. 
Come per chi va in mare a esplorare, non sempre le acque sono calme, ma succede che ogni tanto mi colga la tempesta. E per mettermi al sicuro mi basta urlare e piangere che qualcuno arriva subito a raccogliermi e a tenermi in braccio. 
E così, in un attimo, il sorriso ruba il posto alle lacrime. Come il sole, quando asciuga ogni goccia di pioggia sulla strada e all'improvviso rischiara il cielo cupo e volta una giornata iniziata male nel verso giusto.

giovedì 20 ottobre 2011

Emozione è un respiro

Emozione non è una parola, ma un respiro. E' un battito, un salto del cuore. E' il sangue che palpita e avvampa il volto in un secondo. Emozione è l'aria di cui abbiamo fame e sete, quando siamo davvero affamati e assetati.
Emozione è il brivido dell'acqua gelata e lo scomporsi senza controllo del torace nel riprendere fiato. Emozione è l'urlo improvviso, mai pensato, né tanto meno mai previsto o ipotizzato.
Emozione è il pianto irrefrenabile e che non cessa mai, neppure dopo che è terminato. Emozione sono i singhiozzi intrattenibili, l'eco infinita di un dolore.
Emozione sono questi due bambini, talmente inermi e sensibili da saper emozionare perfino le cortecce morte degli alberi. 
Questi vecchi che non possono fare altro che osservarli da lontano. Da chilometri di distanza, ere geologiche, anche se sono a due centimetri soltanto dal loro respiro.

lunedì 10 ottobre 2011

Adesso so dire "ciao"

Forse papà non ci aveva ancora pensato che io parlo. Oppure lo aveva fatto: infondo anche i versi che emetto sono parole...talvolta perfino poetiche. Ma ciò che oggi intendo con "parole" è la capacità di ripetere un suono ascoltato anche senza legarlo a un significato. 
Ciò che facevo prima, invece, era emettere miei inediti e personalissimi versi, senza averne mai prima ascoltati di simili. In queste parole però erano presenti dei significati...a voi il compito e la libertà di decifrarli e di capirmi.  
Ebbene, adesso so dire "ciao", anche se la parola che viene fuori dalla mia bocca e un po' diversa da quella che dicono gli altri. Chi mi sta intorno e mi dice "ciao" sa dirlo esattamente come è scritto, mentre a me, in risposta, esce un "da-da-o", piuttosto che un "de-de-o". 
Il tutto accompagnato con un gesto della mano, questo sì, fatto come si deve: le dita che si aprono e si stringono a pugno, su e giù. "Da-da-o", "de-de-o".